“Continuiamo a illuderci che tutti pensino a noi, ma non è vero; gli altri sono come noi: pensano a se stessi.”
“Lamentarsi e reagire sono schemi favoriti della mente grazie ai quali l’ego rafforza se stesso. Per molte persone, gran parte dell’attività mentale-emozionale consiste nel lamentarsi e reagire contro questo o quello. Così facendo, rendete gli altri o la situazione «sbagliati» e voi stessi «giusti». Grazie al fatto che vi sentite «giusti» vi sentite superiori, e grazie al fatto che vi sentite superiori rafforzate il vostro senso del sé. In realtà state ovviamente rafforzando solo l’illusione dell’ego. Potete osservare in voi questi schemi e riconoscere la voce che si lamenta nella vostra testa, per quello che è?”
“Quasi ogni ego ha perlomeno un elemento di quello che possiamo chiamare «identità di vittima». Alcune persone hanno di sé un’immagine di vittima così forte che diviene il centro del loro ego. Risentimento e lamentela formano una parte essenziale del loro senso del sé. Anche se le vostre lamentele sono totalmente giustificate, avete costruito per voi stessi un’identità che è proprio come una prigione, le cui sbarre sono fatte di forme di pensiero. Guardate ciò che state facendo a voi stessi, o meglio ciò che la vostra mente vi sta facendo. Sentite l’attaccamento emozionale che avete alla vostra storia di vittima e diventate consapevoli della compulsione che avete a pensarci o a parlarne. Siate lì come la presenza che testimonia il vostro stato interiore. Non dovete fare niente. Con la consapevolezza vengono la trasformazione e la libertà.”
“L’ego ha bisogno di essere in conflitto con qualcosa o con qualcuno. Questo spiega perché state cercando la pace, la gioia e l’amore ma non potete poi tollerarli per molto. Dite di volere la felicità ma siete dipendenti dall’infelicità.”
“L’eliminazione del tempo dalla vostra coscienza è l’eliminazione dell’ego. È la sola vera pratica spirituale.”
“Nell’aver a che fare con la gente, potete notare nei loro confronti sottili sentimenti di superiorità o d’inferiorità? State guardando l’ego, che vive di confronti. L’invidia è un derivato dell’ego, il quale si sente sminuito se accade qualcosa di buono a qualcun altro, o se qualcuno ha di più, sa di più, o può fare più di voi. L’identità dell’ego dipende dal confronto e si nutre del di più. Si afferrerà a qualunque cosa. Se tutto fallisce, potrà rinforzare il suo fittizio senso del sé, guardandovi come qualcuno che la vita tratta più ingiustamente o che è più malato di qualcun altro. Quali sono le storie o le fiction dalle quali derivate il vostro senso del sé?”