“Case editrici − criticarle o distruggerle, o meglio scavalcarle.”
“Un giovaneautore una volta, viaggiando tra Milano e Roma, si trovò seduto per caso davanti a Giancarlo Vigorelli al quale aveva mandato il suo primo romanzo. Aveva quasi deciso di presentarsi, quando vide che il critico toglieva dalla sua valigia un libro appena apparso, lo sfogliava, lo leggiucchiava e dopo aver scosso la testa lo gettava dal finestrino. La stessa sorte ebbero, uno dopo l'altro, una decine di altre ‘novità.’ Finalmente Vigorelli tolse dalla valigia il libro dell'autore che aveva davanti e ne lesse qualche pagina. Il giovane, trepidante, scrutava il volto del suo dirimpettaio. Quando vide che Vigorelli, dopo aver letto alcune pagine si accingeva a lanciarlo dal finestrino, lo fermò. ‘Vada avanti almeno fino a pagina diciotto, quando il protagonista conosce Ermenelinda - gli disse - io l'ho letto e dopo pagina diciotto l'ho trovato interessantissimo.’ ‘No - gli rispose Vigorelli - di un libro come questo bastano tre pagine.’ E gettò il volume dal finestrino.”
“Pubblicare un libro comporta lo stesso genere di noie di un matrimonio o di un funerale.”
“Se fossi un facitore di libri, farei un registro commentato delle diversemorti. Chi insegnasse agli uomini a morire, insegnerebbe loro a vivere.”
“Un buon editor (che siate voi stessi o un altro) riduce all’osso la vostra prosa. Taglia tutto quello che può tagliare, in modo che l’attenzione non sia distratta da parole inutili.”
“Si pubblicano molti libri di stupidi perché di primo acchito ci convincono. Il redattore editoriale non è tenuto a riconoscere lo stupido. Non lo fa l'accademia delle scienze, perché dovrebbe farlo l'editoria?”