Ho telefonato ai miei nonni e mio nonno mi ha detto: "Abbiamo visto il tuo film". "Quale?" gli ho chiesto. Allora ha gridato: "Betty, qual era il titolo di quel film che non mi è piaciuto?".
“Al cinema, si recita; al teatro, è recitare.”
“Se prendi tutta la sincerità di Hollywood e la metti nell'ombelico di uno scarafaggio, avrai ancora spaziosufficiente per tre semi di cumino e il cuore di un produttore.”
“Ho difficoltà a scindere quello che penso di un film e di un libro. Vedo le storie che racconto per immagini, come un film cerebrale. Sulla carta è più evidente l'aspetto psicologico e intimista.”
“Mi sono sempre posto davanti allo spettatore in maniera sincera, lo considero come me stesso, non mento a me stesso.”
“L’idea [di un film] è il risultato di un lavoro interiore che inizia in ognuno di noi molto tempo prima. È la somma progressiva di sensazioni e di immagini raccolte in giro per il mondo, legate magari ad una frase ascoltata in mezzo alla strada, o ad una notizia appresa su un giornale. Accade, per caso, che quelle immagini e quelle sensazioni, rimaste addormentate per tanto tempo nel nostro subconscio, improvvisamente riaffiorino perché stimolate dalla visione di una strada, di un albero, o di un vecchio solo seduto in un bar, plasmate però in un’idea.”