“Poveroturista, poliglotta involontario. Viaggia portando con sé traveller’s cheques (per non farsi soffiare il cash), che rappresentano il budget dell’intera vacanza. Nel portafoglio tiene i vouchers per lunch e dinner (se qualcuno li chiamasse «buoni», gli sembrerebbe di tornare alla mensa aziendale). Durante lo stop-over, stravolto dal jet-lag, si trascina per la hall dell’albergo in cerca della reception (se gli dicessero «Vada pure al ricevimento» risponderebbe: «Grazie, non sono stato invitato»). Finalmente, la receptionist gli domanda se parla inglese. Lui, smarrito, fa segno di no con la testa. Sbaglia. Alla domanda «Do you speak English?» dovrebbe rispondere: «Certo. Ma mi piacerebbe sapere cosa dico».”
“Noi italiani siamo un grande popolo con alcune debolezze. Quasi sempre, purtroppo, spettacolari. Qualche esempio? Altre culture hanno prodottomalavita organizzata – spesso frutto di un’idea degenerata di famiglia – ma soltanto la mafia ha creato tanta letteratura, tanto cinema e tanta televisione. Molte belle città hanno attraversato momenti difficili: ma Napoli è riuscita a trasformare l’ordinaria amministrazione (la raccolta e lo smaltimento dell’immondizia) in un disastro, fornendo sfondi gloriosi a polemiche imbarazzanti. Alcuni paesiimportanti hanno elettoleaderteatrali: ma nessuno ha eletto (tre volte!) un personaggio come Berlusconi, vero detonatore di stereotipi.”
“La Vespa prova una cosa: quando noi italiani scegliamo le cose semplici, siamo imbattibili. È il barocco mentale che ci mette nei guai.”
“Nessun popolo al mondo si lascia imbrogliare con la classe degli italiani. Non siamo ingenui, tutt’altro. Siamo dei signori che, nell’esser vittime di piccoli inganni, vedono la prova della propria nobiltà.”
“È un trattoitaliano il desiderio di rendersi utili, unito all’illusione di sapere, ci spinge a iniziative temerarie, dove l’altruismo viaggia in coppia con l’esibizionismo.”
“Noi italiani siamo straordinari. Se ci mettiamo d’impegno, riusciamo ad insegnare l’inglese agli inglesi.”