“Un lavoratore è sì un dipendente, ma anche un cliente, se non tuo, di un tuo collega.”
“La classe industriale deve occupare il primo posto, perché è la più importante di tutte; perché può fare a meno di tutte le altre, e nessun'altra può fare a meno di essa; perché sussiste grazie alle sue proprie forze, alle sue opere personali. Le altri classi devono lavorare per essa, perché sono sue creature, ed essa ne garantisce l'esistenza.”
“Non sentirai mai davvero la verità dai tuoi subordinati fino a dopo le dieci di sera.”
“Ritengo che la mia più grande qualità sia quella di destare in chi mi circonda il massimo entusiasmo, e questo soprattutto grazie al riconoscimento dei meriti di ciascuno e l’incoraggiamento continuo. Non c’è niente che deprima di più una persona delle critiche di un superiore gerarchico. Io non critico mai nessuno. Incentivo i dipendenti e sono tanto propenso a lodare quanto restio a trovare difetti. Se voglio che una cosa sia fatta, non ho paura di abbondare in sincera approvazione e lodi.”
“In troppe realtà aziendali ci si aspetta che i dipendenti «parcheggino» le emozioni fuori dall’ufficio: le conversazioni sono cortesi, blande, disinteressate e spesso false e quando qualcuno esprime emozioniforti si tratta quasi sempre di sentimenti negativi e di difesa che vengono messi a tacere immediatamente.”
“I migliori capi che ho avuto, in trent’anni di professione, avevano questa caratteristica: riuscivano a scoprire le qualità di ognuno, spesso prima dei diretti interessati. Li ho soprannominati «Dickens». Grandi speranze sui sottoposti, e spesso venivano esauditi. I capi meno bravi erano, invece, concentrati su se stessi: le qualità che sapevano valorizzare erano le proprie (talvolta neppure quelle). Li ho chiamati «Thackeray»: amavano allestire la loro Fiera delle vanità.”