“Che abiezione, che schifo, che senso di vomito sentirci crescere dentro quella stessa viltà e quell'impotenza che abbiamo disprezzato negli altri.”
“Come altrove è il maggior pregio il rispettar gli altri, il risparmiare il loro amor proprio, senza di che non vi può aver società, il lusingarlo senza bassezza, il procurar che gli altri sieno contenti di voi, così in Italia la principale e la più necessaria dote di chi vuole conversare, è il mostrar colle parole e coi modi ogni sorta di disprezzo verso altrui, l’offendere quanto più si possa il loro amor proprio, il lasciarli più che sia possibile mal soddisfatti di se stessi e per conseguenza di voi.”
“A volte mi disprezzo. Non è per questo che disprezzo anche gli altri?”
“Schifo che mi reca la parolaartista.”
“Gl'ignoranti hanno questo di comune con gli empi: quando sono nel profondo, disprezzano.”
“Gli Italiani sono stati sempre per i loro governanti esclusivamente «l’oggetto», il corpo disprezzatissimo, anche se indispensabile, sul quale poggiare i piedi; lo strumento per raggiungere ed esercitare il potere: nient’altro.”