“Pur essendo finiti e mortali, gli esseri umani sono avvinti dalle illusioni dell’infinito: piacere e dolore senza fine. La fantasia del dolore infinito spiega la loro propensione per la religione: nella falsa certezza che l’anima sia immortale e dunque potenzialmente soggetta a un’eternità di sofferenze, gli uomini immaginano di poter in qualche modo negoziare con gli dèi per ottenere un esito migliore, un’eternità di piaceri in paradiso.”