Frasi di Maurice Merleau-Ponty, Citazioni, Aforismi e Proverbi

Nato	14 marzo 1908 a Rochefort-sur-mer
Morto	4 maggio 1961
Nazionalità	francese
Genere	maschile
Professione	giornalista filosofo editore

Maurice Merleau-Ponty nacque il 14 marzo 1908 a Rochefort, in Francia. Fu ufficiale durante la seconda guerra mondiale e, al termine della guerra, divenne un ufficioso co-editore della rivista "Les Temps Modernes", assieme al collega Jean-Paul Sartre. Le sue opere filosofiche più importanti, che lo resero esponente di primo piano della fenomenologia francese del Novecento, comprendevano "La structure du comportement" (La struttura del comportamento, 1942) e "Phénoménologie de la perception" (La fenomenologia della percezione, 1945). Morì il 3 maggio 1961, a Parigi, in Francia.

Le citazioni dell'Autore

“Il senso di un film è incorporato al suo ritmo come il senso di un gesto è immediatamente leggibile nel gesto, e il film non vuoi dire nient'altro che se stesso. È la felicità dell'arte di mostrare come qualcosa diventi significato.”

filmarte

Cinema

“L'occhio compie il prodigio di aprire all'anima ciò che non è anima: il gaio dominio delle cose, e il loro dio, il sole.”

occhivista

Il mondo non è altro che "mondo-come-significato".

Il mondo non è altro che "mondo-come-significato".

mondosignificatointerpretazione

“Come facciamo a sapere che si riferisce al passato? Questo è il vero problema della memoria.”

memoria

“Se questo mondo è una poesia è per la forza dei suoi eventi casuali e dei suoi paradossi.”

“Se questo mondo è una poesia è per la forza dei suoi eventi casuali e dei suoi paradossi.”

mondoesistenzaparadosso

“Il linguaggio ci trascende eppure noi parliamo.”

“Il linguaggio ci trascende eppure noi parliamo.”

“Il corpo è il nostro mezzo per avere un mondo.”

corpo

“Io sono come mi vedo, un campo intersoggettivo, non malgrado il mio corpo e la mia storia, ma perché io sono questo corpo e questa situazione storica per mezzo di essi. ”

idea di sè

“Riflettere autenticamente significa darsi a se stesso, non come una soggettività oziosa e recondita, ma come ciò che si identifica con la mia presenza al mondo e agli altri come io la realizzo adesso.”

riflessione

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