“Non è l’«uomo a capire il destino, ma è il destino stesso a capirsi e ad apparire nel proprio sguardo.”
“Dio consolava; ma opprimeva. Dinanzi alla sua morte ci si può quindi rallegrare, sentirsi liberi, e si può prendere in mano il timone del mondo. Ma è anche inevitabile che altri si sentano smarriti, e che con la scomparsa di Dio e della sua dominazione opprimente la vita perda senso e il non senso della vita e l’angoscia che ne deriva si presentino come l’ultima e insuperabile verità.”
“Lo scopo che l’Apparato possiede per sé stesso è l’aumento indefinito della potenza, cioè della capacità di realizzare un qualsiasi tipo di scopo.”
“Ogni gesto, azione, pensiero, affetto della vita quotidiana è sin dalla nascita un’espressione della volontà di essere al Riparo, cioè della volontà di potenza e di salvezza.”
“L’intero mondo che ci sta dinanzi e in cui viviamo non può essere la realtà vera e propria, ossia la realtà che esiste esternamente e indipendentemente dal nostro pensiero.”
“La filosofia degli ultimi due secoli è la principale responsabile della morte di Dio.”
“La scienzamoderna si rivolge alle singole parti, per dominarle, e quindi per cambiare il mondo mediante la capacità di predire il futuro.”
“In questo cammino verso l’onnipotenza la scienza tende a produrre realmente, qui sulla Terra, quello che il cristianesimo promette nel Regno dei Cieli. Anche se la scienza si presenta come ipotesi, la sua capacità di trasformare il mondo si presenta quindi agli occhi del cristianesimo, non come ipotesi, ma come realtà effettiva, come la volontà e l’iniziativa in cui si può scorgere sin d’ora il volto di Prometeo.”
“Il totalitarismo e l’integralismo della Chiesa sul pianopolitico sono intrecciati all’assolutismo sul piano dottrinale non solo per quanto riguarda il modo in cui la Chiesa considera la fede e la filosofia che si accorda con la fede, ma anche per quanto riguarda il sapere scientifico.”
La fedecristiana si trova nella condizione di ogni fede: assume come vero – ritiene per vero – qualcosa che non mostra di essere vero e che proprio per questo l’apostolo chiama “invisibile”. La verità è lo stare in luce, visibile. (Questa è anche la condizione del paradiso cristiano.) La fede ritiene come vero, visibile, ciò che è invisibile e non si mostra come vero. Ogni fede è pertanto una contraddizione, una situazione instabile da cui si deve uscire. In qualche modo se ne rende conto la stessa fedecristiana quando afferma che, in paradiso, essa non potrà più esistere.
La ragione non dice all’uomo di far questo o quello, ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciò che in ogni luogo, in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essererazionale – e dunque “universalmente” e “necessariamente” – deve essere fatto.
“Povero nello spirito è colui che niente vuole, niente sa, niente ha. Chi niente vuole non è colui che vuol compiere la volontà di Dio: costui vuole infatti ancora qualcosa, vuol soddisfare la volontà di Dio e dunque non è un povero vero. Per esserlo, deve vuotarsi di tutto ciò che egli è come volontà creata, deve restare il puro silenzio e il quieto abisso che egli è stato, che ora è e che sarà in eterno; deve liberarsi anche di Dio.”
“La volontà e la sua oggettivazione nel nostro corpo è l’unicofenomeno che possiamo vedere dall’interno, nell’intimo della coscienza.”
“Se la verità non esiste – o non è conoscibile – anche la fedecristiana diventa una pura volontà: la volontà che il mondo abbia un certo senso piuttosto che un altro.”
“La Chiesa cattolica intende certamente difendere l’autonomia della ragione, e quindi la sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede. Ma questa difesa rimane appunto un’intenzione, per quanto profonda; un’intenzione smentita in realtà dal principio – che sta al centro della dottrina della Chiesa – per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fedecristiana, non appartiene alla ragione autentica, ma ne è una degenerazione.”