La fedecristiana si trova nella condizione di ogni fede: assume come vero – ritiene per vero – qualcosa che non mostra di essere vero e che proprio per questo l’apostolo chiama “invisibile”. La verità è lo stare in luce, visibile. (Questa è anche la condizione del paradiso cristiano.) La fede ritiene come vero, visibile, ciò che è invisibile e non si mostra come vero. Ogni fede è pertanto una contraddizione, una situazione instabile da cui si deve uscire. In qualche modo se ne rende conto la stessa fedecristiana quando afferma che, in paradiso, essa non potrà più esistere.
“Chi ha Maria per madre, ha Cristo per fratello.”
“È destino dei credenti vivere assurdamente, frustrati dagli imperativi categorici della loro piatta immaginazione e morire in modo insano, cercando di afferrare mani che non ci sono.”
“Gli uomini di profondo spiritoreligioso non si scandalizzano mai. Insomma, non credo che Cristo si scandalizzasse mai, anzi, non si è mai scandalizzato. Si scandalizzavano i farisei.”
“I credenti tiepidi non si cimentano con la fatica del dubbio. Solo in un'alta misura di religiosità interiore si può trovare il coraggio di rinnegare l'esistenza di Dio.”
“L'uomo di fede, il credente d'ogni tipo è necessariamente un uomotributario: uno che non sa porre se stesso come scopo, che non sa affatto porre scopi a partire da se stesso. Il credente non si appartiene, egli può solo essere mezzo, egli deve essere adoperato, ha bisogno di qualcuno che lo usi.”