“La mia casa di campagna mi procura più grattacapi che una suocera isterica.”
“Famiglie appiccicate e recluse che borbottano meccanicamente rosari, al buio per economia, e considerano ogni spesa una calamità, ogni scampanellata un annunzio di sventura, ogni viaggio uno sperpero inammissibile, ogni divertimento una vergogna insensata.”
“Gli italiani generosissimi in tutto non sono generosi quando si tratta di pensare.”
“Se un'idea è più moderna di un'altra è segno che non sono immortali né l'una né l'altra.”
“Il gorgogliante ruscelletto formava sul praticello francescano un bello e spumeggiante laghetto e poi decedeva a terrorizzare le formiche del formicaio.”
“Di tutte le terre della terra, la Lombardia ha il primato del buongusto e dell’eufonia toponomastica. Saronno, Usmate, Inverigo, Lurago, Pizzighettone, Incasate, Buccinigo, Capiago, Busto Arsizio, Busto Garolfo: per Francesco Pelegatta li urli de’ conduttori alle ventidue fermate erano una nostalgica musica, la patetica o il minuetto boccheriniano.”
“Il fumare lo aiutava molto davanti alle donne, a cui il fumo piace, anche perché lo ritengono, e magari con ragione, un gradevole presagio dell'arrosto.”
“Sto pensando di lasciare definitivamente questa vita di adultero, che mi assicura un pane; e di fare uno di quei colpi di testa che fruttano il più delle volte una revolverata nel cervello.”