“Tutte le Storie barbare hanno favolosi principj.”
“Qualunque critico che esprima rabbia e avversione per un racconto è pretestuoso. È come una persona che abbia indossato un’armatura completa per attaccare un budino alla vaniglia.”
“Non sono un grande scrittore ma dalla prima volta che l'ho sentita questa storia mi ossessiona, mi consuma. Temo che se non la scrivessi non scriverei mai più! Temo che se la scrivessi potrebbe non essere buona quanto dovrebbe.”
“Uno non dovrebbe essere troppo severo sui raccontiinglesi; essi sono il solo svago dei disoccupati intellettuali.”
“Fornire una descrizione accurata di ciò che non è mai accaduto non è soltanto l’occupazione che spetta allo storico, ma il privilegio inalienabile di ogni uomo di talento e di cultura.”
“Se una storia è in te, deve venire fuori.”
“È semplicemente incredibile. Non spiega niente, ecco. O forse è così: loro non spiegano e noi non siamo tenuti a sapere. Noi abbiamo vecchiracconti tramandati di bocca in bocca; riesumiamo da vecchi bauli e casse e cassetti lettere senza indirizzo o firma, in cui uomini e donne che un giorno vissero e respirarono sono adesso mere iniziali o soprannomi coniati da qualche affetto ora incomprensibile che a noi suonano come sanscrito o Chocktaw; noi vediamo confusamente delle persone, le persone nel cui sangue e seme vivente noi stessi giacevamo in un sonno d’attesa, in quella umbratile attenuazione del tempo, assurte ora a proporzioni eroiche, tornate a compiete i loro atti di semplice passione e semplice violenza, impervie al tempo e inesplicabili. Sì, Judith, Bon, Henry, Sutpen: tutti quanti. Loro ci sono, eppure manca qualcosa; sono come una formula chimica riesumata insieme alle lettere da quel cassone dimenticato, accuratamente, la carte vecchia e sbiadita che va in pezzi, la scrittura sbiadita, quasi indecifrabile, eppure piena di significato, familiare quanto a forma e senso, nome e presenze di forze volatili, ma nulla accade; tu rileggi, pedante e attento, riflettendo bene, accertandoti di non aver dimenticato nulla, di non aver commessoerrori di calcolo; tu le ricomponi ancora e nulla accade: semplicemente le parole, i simboli, le forme in sé stesse, umbratili, imperscrutabili e serene, contro quel turgido sfondo di un orribile e sanguinoso groviglio di affari umani.”
“Nel raccontare una storia esercitiamo il controllo ma lasciamo uno squarcio, un’apertura.”
“Io so che scrivevo racconti sin da quando avevo cinque anni. Non so cosa facevo prima di allora. Soltanto oziare presumo.”
“Una volta mi capitava di ascoltare molte storie, ma ora che ne vado in cerca non le ritrovo più. Si sono estinte e non si potranno più sentir raccontare, su quelle colline su cui probabilmente sono esistite per un paio di migliaia di anni.”
“In mare, quando le reti sono state gettate e le pipe sono accese, qualche vecchiocustode di racconti diviene loquace, e narra le sue storie al ritmo dei cigolii delle barche.”
“Molte volte, quand'ero un bimbo di non più di sei o sette anni, mi sono spinto fino alla tessitoria di Frank, per ascoltare, con l'animo combattuto tra curiosità e paura, la sua conversazione con i folletti. Da mane a sera la sua lingua si muoveva senza interruzione quasi come la sua spola; ed era risaputo che durante la notte, ogniqualvolta si svegliava dal sonno, la prima cosa che faceva era allungare la mano per allontanarli dal suo letto.”
“Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata, perché il mio mondo è tanto proibito quanto fragile. Senza i suoi misteri non può sopravvivere. Di certo, non ero nata per una vita da geisha. Come molte cose, nella mia strana vita, ci fu trasportata dalla corrente.”