“Il libero pensiero di cui oggi usufruiamo in Occidente, non è una concessione generosamente elargitaci, bensí una conquista ottenuta col sangue dei martiri laici.”
“La tecnica e il consumismo non sono necessariamente portatori di valori culturali o spirituali. Gli europei, soprattutto quelli occidentali, stanno attraversando una crisi della loro religiosità, o spiritualità che dir si voglia, cosa che non accade agli abitanti di altri continenti. L’uomo è un essere spirituale e non accetta ciò che, secondo il suo modo di sentire, minaccia i valori profondi nei quali si identifica. I musulmani e gli indù sono inconsciamente portati a considerare la globalizzazione come qualcosa capace di intaccare la loro identità. Per cui si irrigidiscono, sottolineando con più forza l’attaccamento all’aspetto spirituale della loro cultura.”
L’islam, come l’ortodossia, non ha mai conosciuto né la Riforma né l’Illuminismo. Ogni volta che nell’islam compariva una corrente modernizzatrice, i suoi fautori venivano sconfessati ed emarginati dall’umma. Per un musulmano l’esclusione rappresenta il castigo più grave. Non per niente c’è un proverbio che dice: Non basta un musulmano a fare un musulmano... Si tratta di un sentimento derivante soprattutto da un’esperienza di vita in condizioni desertiche, dove il singolo individuo non contava niente. Un europeo non riuscirà mai a capirlo. Nella civiltà occidentale si pone l’accento sull’individualismo: è l’individuo libero quello più in grado di diventare pienamente creativo, indipendente, “se stesso”. Nella tradizione islamica è tutto il contrario: per un musulmano essere solo significa perire. L’uomo abbandonato a se stesso non può funzionare, non solo in sensoreligioso, ma anche biologico. Stare nell’umma significa stare dentro a ciò che crea l’uomo.
“Contrariamente ad altre religioni, l’islam si oppone efficacemente ai processi di secolarizzazione. Gli americani erano convinti che dare agli altri la Coca-Cola, la televisione e la macchina li rendesse automaticamente uguali agli americani. E invece non è così: gli abitanti dei paesi islamici accettano la tecnologia occidentale senza per questo assumere i valori occidentali. Basta guardarsi attorno per rendersene conto.”
“Quanto in Europa, e ancor di più in America, l’individualismo è un valore apprezzato, tanto in Africa è sinonimo di disgrazia e di maledizione. La tradizione africana è collettivista, perché lo stare in un gruppo solidale era l’unico modo di far fronte alle costanti avversità naturali. E una delle condizioni di sopravvivenza del gruppo è precisamente la condivisione di tutto ciò che si possiede.”
“Continua l’invasione di cinesi e giapponesi in Africa e nell’America Latina. Incontro spesso personeimportanti – uomini di mondo – che non vanno mai in Occidente, nel mondo sviluppato. Ultimamente sono stato a São Paulo, dove mi ha sorpreso il numero dei quartieri giapponesi. Non ci rendiamo conto del miscuglio etnico esistente nell’ambito del Terzo mondo. Nel solo Brasile, il magnifico Brasile, è in atto uno straordinarioincontro fra le più diverseculture, civiltà e religioni. Non ci rendiamo conto di quanto siano interessanti le idee che nascono al di fuori dei tradizionali centri di pensiero. Non abbiamo accesso agli affascinanti periodici sociologici e antropologici pubblicati in America Latina, non sappiamo quanto siano interessanti i giornali che escono in Egitto e in India. Nessuno li registra, nessuno vi presta attenzione. Per la nostra mentalità, per il nostro modo di vedere, tutto quel grande mondopulsante denso di incontri e di scambi non esiste.”