Una tigre aveva due seguaci: un leopardo e uno sciacallo. Ogni volta che la tigre azzannava una preda, lei mangiava quel che poteva e lasciava i resti al leopardo e allo sciacallo. Un giorno successe però che la tigre uccise tre animali: uno grosso, uno medio e uno piccolo. "E ora come li dividiamo?" chiese la tigre ai suoi due seguaci. "Semplice, - rispose il leopardo, - tu prendi il più grande, io prendo il medio e quello piccolo lo diamo allo sciacallo". La tigre non disse nulla, ma con una zampata sbranò il leopardo. "Allora, come li dividiamo?" Chiese di nuovo la tigre. "Oh, Maestà - rispose lo sciacallo, - Il pezzo piccolo lo prendi tu per colazione, quello grande lo tieni per pranzo e quello medio lo mangi a cena". La tigre era sorpresa. "Dimmi, sciacallo, da chi hai imparato tanta saggezza?" Lo sciacallo per un po' esitò, poi con l'aria più umile che riuscì a metter su rispose: "Dal leopardo, Maestà".
“Quando le persone rappresentative se ne vanno, assumi il loro insegnamento, naturalmente. Allora capisci che questo è il senso, che i vecchi guanti trovano sempre una nuova mano.”
“La possibilità del fallimento dev’esserereale: l’insuccesso può e deve essere istruttivo, se non addirittura stimolante.”
“L'informazione non è saggezza. L'informazione non è apprendimento. Se l'informazione fosse apprendimento, diventeresti istruito mandando a memoria l'almanacco mondiale. Se lo facessi non saresti istruito. Saresti bizzarro.”
“Il fascino di un uomo che ha un'abilità che tu vuoi migliorare in te stessa non ha paragoni. Poter imparare da qualcuno è tremendamente sensuale.”
“La scuola dei colpi duri ha un curriculum accelerato.”