Abbastanza recente è la moda, dichiaratamente gergale, di -errimo applicato ad aggettivi che invece vogliono -issimo (molterrimo) o anche a sostantivi (“Ho calderrimo”, “Ho famerrima”) o addirittura ad aggettivi già al superlativo (“È pessimerrimo”).
“Mi piacciono i romanzi d'appendicite.”
“Ho una gran paura di essere tubercolotico!”
“Ho un fratello di nome Peppino: io sono il primogenio, lui il secondogenio, ma è un cretino.”
“Punto! Due punti!...ma sì, fai vedere che abbondiamo... Abbondandis in abbondandum.”
“[rivolto a Peppino]- Antonio Caponi: Non mi far perdere il filo... vi consolate dal dispiacere che avreta, che avreta, che avreta, già è femmina e va al femminile, perché lo dovete lasciare.- Peppino Caponi: Non so... perché che?- Antonio Caponi: Che è non so? 'Perché' è aggettivo qualificativo.”