“Non parlate mai in maniera irriguardosa dell'alta società. Lo fa soltanto chi non ci può entrare.”
“Come la disperazione, così né più né meno il disprezzo e l’intimo sentimento della vanità della vita sono i maggiori nemici del bene operare, e autori del male e della immoralità. Nasce da quelle disposizioni la indifferenza profonda, radicata ed efficacissima verso se stessi e verso gli altri, che è la maggior peste de’ costumi, de’ caratteri, e della morale.”
“L'essere disprezzante, non curante, severissimo, esigente, incontentabile, intollerante ecc. o verso gli uomini in genere, o verso quelli della propria professione è segno di poco o niun valore, sia in genere sia nella sua professione, perché chi poco vale, non potendo giustamente estimar se stesso né gli altri, è superbo verso se, e verso gli altri disprezzante.”
“Come altrove è il maggior pregio il rispettar gli altri, il risparmiare il loro amor proprio, senza di che non vi può aver società, il lusingarlo senza bassezza, il procurar che gli altri sieno contenti di voi, così in Italia la principale e la più necessaria dote di chi vuole conversare, è il mostrar colle parole e coi modi ogni sorta di disprezzo verso altrui, l’offendere quanto più si possa il loro amor proprio, il lasciarli più che sia possibile mal soddisfatti di se stessi e per conseguenza di voi.”
“A volte mi disprezzo. Non è per questo che disprezzo anche gli altri?”
“Schifo che mi reca la parolaartista.”