“Non esiste né modo di agire né forma di emozione che l'uomo non condivida con gli animali inferiori. É solo tramite il linguaggio che ci si innalza su di loro e l'uno sopra l'altro - tramite il linguaggio che è il padre, e non il figlio, del pensiero.”
“È ironico che proprio per mezzo del linguaggio un uomo possa degradare se stesso sotto il livello di coloro che non hanno linguaggio!”
“Siamo un po’ migliori degli animali, ma non molto, e soprattutto non sempre.”
Già negli anni Ottanta mia nonna non mangiava carne. "Non posso" diceva, "è carne di martire". Effettivamente, come altro si potrebbe definire la carne di quei corpi devastati dalla sofferenza? E non era ancora, credo, intervenuta la genetica, che ha permesso di modificare gli animali per accrescerne il rendimento, trasformandoli in malati cronici.
“Quella che chiamiamo eufemisticamente 'carne' sono in verità pezzi di cadaveri, di animali morti, mortiammazzati. Perché fare del proprio stomaco un cimitero?”
“Penso al destino dei visoni. Nascere nella foresta, sopravvivere ai rigori dell’inverno, restare presi nelle trappole e finire, trasformati in pellicce, sulle spalle di certe megere che, in un bosco, avrebbero una speranza di vita di tre minuti...”