“In guerra l’idea della morte non abbandona mai i tuoi pensieri: ognuno prova a esorcizzarla a modo suo; qualcuno tenta di scacciarla, altri ne sono ossessionati e finiscono col diventarne vittime, altri ancora si comportano duramente, cercano di tirare fuori il peggio di sé, come se dentro le loro anime ci fosse un generatore di cose negative con cui si illudono di sospendere il potere della morte... Ma il rischio è di trasformarsi in uno stupidoburattino al servizio di qualcun altro.”
“È la vita. Finisce sempre nello stesso modo, anche per i nativi.”
“La morte di Harriet gli aveva insegnato che l’amore non si può riprodurre a comando. Nessuno poteva imporsi di non amare più. E soprattutto nessuno poteva imporsi di amare ancora. Non bastava la volontà, per quanto ferrea: ci voleva la benedizione del caso, di quella somma di cose che migliaia di anni di esperienze e chiacchiere e poesie non avevano ancora spiegato del tutto. Solo constatato la sua esistenza.”
“Non chiedere chi ha vinto: non ha vinto nessuno. Non chiedere chi ha perso: non ha perso nessuno. Non chiedere a cosa ha servito: non ha servito a nulla. Fuorché ad eliminare cinquemila creature fra i diciotto e i trent’anni.”
“Se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il brutto è dover dire di non esserci stato.”
“La felicità… è fatta di una cosa grande: apprezzare la vita sapendo che dopo viene la morte.”