“Cosa si aspetta un signore che si fa diecimila chilometri in aereo per venire a vedere le nostre opere d’arte o i nostri paesaggi? Innanzitutto si aspetta di trovare un racconto all’altezza delle sue attese. Quel signore ha progettato un viaggio, lo ha sognato, pregustato. Nella sua casa in Michigan o nell’ufficio di Tokyo dove lavora ha cercato di immaginarsi l’arrivo, ne ha parlato in famiglia e con i colleghi, ha fantasticato sul suo giro europeo. Arriva in Italia e scruta tutto, coltivando persino i dettagli. Immaginava di arrivare nella patria della bellezza ma scorge molte volgarità intorno a lui. Ho sempre pensato che, se guardiamo all’orizzonte, il cielo comincia rasoterra. Dunque dobbiamo partire dalle piccole cose. Il primo gesto rivoluzionario per investire sul turismo sarebbe pulire la metropolitana di Roma, liberare dalle scritte sui muri le nostre città, mettere qualche spazzino in più nei centri storici più belli. Direte: pensa a te, sindaco, sono cose che puoi fare anche tu. Certo, sono cose che io «devo» fare. Ci provo, quotidianamente. Ma, ancora una volta, il Paese-che-complica-anche-le-cose-semplici cerca di mettersi di traverso.”
“Gl'italiani vanno al Nord in cerca di soldi; al Sud in cerca dell'anima. All'estero smettono di essere meridionali o settentrionali e diventano solo italiani (indistintamente, nel pregiudizio altrui, geni e farabutti).”
“Noi siamo per l’Italia una e indivisibile: è nata con i soldi che ci hanno preso e col nostro sangue. La federazione andava fatta prima, non dopo che ci hanno fregato tutto.”
Il rifiuto di un Sud “alla pari”, da parte del Nord, ha condotto, così, al paradosso: siamo «il paese che esporta contemporaneamente manodopera (negli ultimi anni soprattutto giovani e laureati; nda) e capitali, che potrebbero essere investiti più utilmente» proprio nelle regioni da cui partono gli emigranti.
“Il settentrionale non ha bisogno di essere leghista; il meridionale al Nord non può farne a meno, se di scarsa radice. Ed è il più attivo nel sostenere un'esclusione che non escluda più lui, ma chi è come lui era.”
“Perché ogni pecca del Mezzogiorno deve giustificarne la discriminazione, la minorità, e ogni pretesa del Nord, persino sfacciatamente razzista, è intesa come diritto? Perché ogni volta che si parla dell’Italia duale si ignora il meglio del Sud e il peggio del Nord? E dire il meglio del Sud risulta non credibile, dire il peggio del Nord è un affronto?”