“L’adolescente di oggi può essere paragonato a un orfano, in quanto esitosocio-culturale e educativo della precedente società senza padri né maestri, che chiuse il XX secolo.”
“Non è mai facile il lavoro in televisione, ma mentre negli anni '80 ogni artista che esordiva in TV aveva già una grande gavetta alle spalle, anche di 10 anni, oggi quella gavetta manca e, sebbene ci siano degli artisti più che validi, non tutti meritano il posto che occupano. Diciamo che negli anni '80 questo mondo era più pulito.”
“Praga è la Parigi degli anni Novanta.”
“Quando morirò, spargete le mie ceneri sugli anni Ottanta.”
“Allora si viveva di ricordi come al giorno d’oggi si vive della capacità di dimenticare in fretta e con determinazione.”
Nel 1986 sembrava ancora naturale per degli scrittoridichiarare di essere, come disse Shelley, “i misconosciuti legislatori del mondo”, di credere nell’arte delle lettere come giusto contrappeso del potere, e di vedere nella letteratura una nobileforza transnazionale e transculturale che poteva, secondo la grande formulazione di Bellow, “allargare un poco l’universo”. Vent’anni dopo, in un mondo ammutolito e spaventato, semplici artigiani delle parole avrebbero trovato più difficile fare certe dichiarazioni. Più difficile, ma forse non meno necessario.