“Quante altre libertà questa loro libertà era costata, i siciliani non sapevano e non volevano sapere: avevano visto sul banco degli imputati, nei grandi processi delle assise, tutti i don e gli zii, i potenti capi elettori e i commendatori della Corona, medici ed avvocati che si intrigavano alla malavita o la proteggevano; magistratideboli o corrotti erano stati destituiti; funzionari compiacenti allontanati. Per il contadino, per il piccolo proprietario, per il pastore, per lo zolfataro, la dittatura parlava questo linguaggio di libertà. ‘E questa è forse la ragione per cui in Sicilia’ pensava il capitano ‘ci sono tanti fascisti: non è che loro abbiano visto il fascismo solo come una pagliacciata e noi, dopo l’otto settembre, l’abbiamo sofferto come una tragedia, non è soltanto questo; è che nello stato in cui si trovavano una sola libertà gli bastava, e delle altre non sapevano che farsene.”
“Il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i piú bei regali.”
“In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi Siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di ‘fare’.”
“Secondo me, l’isola, l’essere nati in un’isola ha accentuato la vena sognatrice dei siciliani.”
“Io amo pensare alla Sicilia come un luogo dove puoi trovare qualunque tipo di contraddizioni.”
“Ho girato spesso fuori dalla Sicilia, ma è un tema [la Sicilia] e una realtà alla quale tornerò sempre.”