“Una sola volta mi ridussero a starmene zitto. Fu quando un uomo mi chiese: 'Tu, chi sei?'.”
“Non esisteva spettacolo più triste sul quale sorgere che quello di un uomo di buone qualità e buoni sentimenti, incapace di indirizzarli, incapace di aiutarsi e di rendersi felice, un uomosensibile, succube della propria sorte avversa e rassegnato a farsi da essa divorare.”
“Non siamo in grado di contemplare la morte, o la malattia, o anche solo l’invecchiamento dell’altro.”
“Non sono granché come fidanzato, ma non sono nemmeno da buttare. Non ci sono con la testa, è questo il fatto.”
“- Sei qui perché io sono incapace di lasciarti andare.- Allora non farlo.”
Padri e maestri, io mi domando: “Che cos’è l’inferno?” E do la seguente risposta: “La sofferenza di non essere più capaci di amare”.