“- Sick Boy: Figli?- Renton: Sì.- Sick Boy: Maschi o femmine?- Renton: Uno e una.- Sick Boy: Un piccolo Mark, eh? Scommetto che è la tua fotocopia.- Renton: James si chiama, e Laura. Invece tu?- Sick Boy: Io ho un figlio. È a Londra con quella puttana di sua madre.- Renton: Lo vedi?- Sick Boy: Regolarmente. Adesso una volta ogni... dieci anni?”
“Non tutti possono essere orfani.”
“Mica possono essere tutti orfani!”
“I suoi figli furono persone, furono lo specchio nel quale raccontare se stessa e crescereassieme a loro, attraverso gesti e parole, attraverso oggetti, ricordi e sensazioni, e li crebbe così, usando quella particolare attenzione che è l’amore, l’ascoltare ogni voce, il vento, il buio, l’attesa, l’infinito complesso di piccoli momenti preziosi grazie ai quali condusse i suoi figli fin dentro la vita.”
“Non me la sono mai presa con i miei genitori per come sono fatto, del resto anche loro devono esserci rimasti male!”
“Avevo conosciuto un sacco di genitori imbarazzanti, ma Crono, il malvagiore dei Titani che voleva distruggere la civiltà occidentale, be’ ecco… non era il genere di padre che invitavi a parlare del suo lavoro in classe.”