“A guardarli da vicino gli occhi di Naoko erano cosí profondi e trasparenti da dare i brividi. Non me ne ero mai accorto fino a quel momento, ma d’altra parte non avevo mai avuto l’occasione di fissarli tanto a lungo. Non solo era la prima volta che camminavamo da soli, ma era anche la prima volta che parlavamo per tanto tempo.”
“Mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile. Non si creda che questa mia reazione corrisponda a un’intolleranza per il prossimo: il fastidio peggiore lo provo sentendo parlare me stesso. Per questo cerco di parlare il meno possibile, e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare non dico a esseresoddisfatto delle mie parole, ma almeno a eliminare le ragioni d’insoddisfazione di cui posso rendermi conto.”
“Evitavo di discorrere con gli altri, e anche di salutare, perché le conoscenze, si sa, a cominciarle è niente ma poi si resta legati.”
Dai miei primi giorni ho goduto di un'attraenteimpedimento della parola. Non ho mai permesso l'uso della parola "balbettare". Non riesco a dirla io stesso.
“A parlare di ciò che non si conosce si finisce con l'impararlo.”
“La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.”