“Alcune massime e parole italiane hanno una origine dialettale e regionale, che significa che una qualità particolare d'una data gente s’è andata allargando a tutta l'Italia. Per esempio: tira a campà è massima eminentemente romana; non ti compromettere è precetto squisitamente toscano; fare fesso è pratica particolarmente meridionale; però tutti gli italiani ormai le capiscono e i furbi le hanno adottate come regola di vitasociale.”
“In questo Paese l’invidia si coltiva come un valore. Una strana sorta di guerra civile strisciante continua ad avvelenare gli animi.”
Ritengo che in Italia vi siano molti registi di talento, anche molto giovani. L’industria dovrebbe aprirsi anche a loro, senza ritenere (implicitamente), che esista un’età prima della quale “fare il regista è impossibile”.
In Italia viviamo, come spesso accade, in un paradosso. Il risultato della mia giovaneetà è stato spesso il dover dimostrare due volte il valore del lavoro: non solo come regista, ma anche come “giovane”.
“Il metodoscientificomoderno, e il conseguente enorme potere che ha oggi la Scienza, è nato in Italia con Galileo Galilei.”
La memoria: ecco il tema chiave. Se la Germania ha pilotato il suo allargamento è anche perché ha ammesso le sue colpe storiche, e questa ammissione l’ha resa leggera e meno ambigua anche in territori dove ha compiuto i peggiori stermini. L’Italia no. L’Italia continua a far finta di non essere stata fascista e di aver vinto la guerra. Invece è stata fascista eccome; e ha perso la guerra, proprio nelle mie terre. La Germania ha fatto dei suoi “giorni della memoria” il tempo della responsabilità e del pentimento. Da noi, la parolamemoria fa quasi sempre rima con autoassoluzione.