“L’uomo comune italiano, da sempre estraneo alle sofisticazioni di poteri e contropoteri, ragiona così: è uno tosto, ha coraggio, fa un uso accorto e qualche volta furbastro della giovinezza, ha rotto gli schemi di una sinistra infelice e incapace, con i suoi competitori della destra ha un rapporto sano, vuole emulare il meglio che è in loro e sconfiggere quanto hanno di alternativo alla sua visione del Paese, viene da una tradizione moderata, cattolica, e risente dell’influenza travolgente del berlusconismo, della comunicazione e informazione televisiva, dell’uso non legnoso della lingua in politica, di una cultura non imbacuccata nell’omaggio alle vecchie ideologie, per quanto ormai da tutti dissimulato in altro.”
“Noi italiani siamo pieni di vita, amiamo la musica, il cibo, la famiglia. Questo senso di appartenenza mi permette di restare con i piedi per terra.”
“Chi nasce in Italia, studia in Italia con i nostri figli, tifa per una squadra italiana, si impegna per il bene di tutti, è italiano.”
“Un italiano è un latin lover, due italiani sono un casino, tre italiani fanno quattro partiti.”
“In Europa, finita la giornata lavorativa, inizia il tempo libero. In Italia inizia l’incubo. L’italiano è in lotta contro la società. Le bollette gonfiate, la politica corrotta, la sosta selvaggia, la merda dei cani, il treno in ritardo, il rimborso mai pervenuto. Sempre in fila per pagare, per ottenere un documento, per una denuncia. Per l’italiano ogni giorno è un giorno di ordinaria follia.”
“L’italiano non crede a nulla. Non per cinismo, ma per puro senso pratico. Una concessione edilizia, una prenotazione ospedaliera, un posto all’asilo per i bambini. Chi segue le procedure non ha speranze. È un ingenuo, un ritardato mentale oppure uno straniero o un libero pensatore che non ha ancora capito. L’italiano è sempre all’erta, sempre in cerca della scorciatoia, del favore, della telefonata alla persona giusta. Non lo fa per delinquere o perché è un cattivo cittadino. Si adegua alla legge del più forte e del più furbo. Il codice civile, il codice penale, le leggi, i regolamenti comunali, il codice della strada, la Costituzione sono sovrastrutture inutili. Nessun italiano le tiene veramente in considerazione. Molti non ne conoscono neppure l’esistenza. Non sono letture interessanti. La legge non ammette ignoranza, ma l’Italia sì. Se proprio si mette male, bisogna fingerestupore o tirare in ballo le toghe rosse. Funziona sempre. Per orientarvi nella giungla italica leggete La Settimana. È meglio di un machete.”