“C’era la chitarra. Avevo imparato gli accordi di base a dodici anni, da una brava professoressa di musica delle scuole medie e poi ero andato avanti per conto mio, con Il grande libro degli accordi, comprato con un mese di risparmi. Mi piaceva cantare ed ero intonato – anche se a casa vi erano opinionicontrastanti sul punto, e talvolta mio fratello irrompeva esasperato nella mia stanza urlandomi di smetterla di rompere le palle, che non se ne poteva più di certe lagne e che, se proprio ci tenevo, potevo esibirmi ai funerali o all’agenzia di pompe funebri che era ad appena due isolati da casa. Credo si riferisse soprattutto alle mie interpretazioni mimetiche di alcune lugubri canzoni d’autore.”