“Quando io sono più debole di te, ti chiedo la libertà perché ciò è in accordo con i tuoi princìpi. Quando sono più forte di te, io ti tolgo la libertà perché ciò è in accordo con i miei princìpi.”
“Chi non coglie la tristezza negli occhi di kawell, il cavallo, che dopo essere stato domato sente ancora sotto gli zoccoli la libertà perduta? Chi non percepisce la pena nello sguardo di mansur, il bue legato al giogo e allontanato dalla prateria? Chi non avverte la propria piccolezza contemplando le pupille di mañke, il condor, sovrano del ciel più alto?”
“La libertà è uno stato di grazia e si è liberi solo mentre si lotta per conquistarla.”
“Un amico si prende sempre cura della libertà dell’altro.”
“Il brivido (inedito nei secoli) di una relativa libertà, possibile che debba generare solo sciatteria e malessere, pigrizia e malumore, e non, anche, la condivisione di un sollievo, quello di avere finalmente abbattuto, tutti insieme, quel totem inumano, feroce, castrante che è l’Assoluto?”
“Povero nello spirito è colui che niente vuole, niente sa, niente ha. Chi niente vuole non è colui che vuol compiere la volontà di Dio: costui vuole infatti ancora qualcosa, vuol soddisfare la volontà di Dio e dunque non è un povero vero. Per esserlo, deve vuotarsi di tutto ciò che egli è come volontà creata, deve restare il puro silenzio e il quieto abisso che egli è stato, che ora è e che sarà in eterno; deve liberarsi anche di Dio.”