Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potentemangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essereumano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”.
“Le leggi cattive son limiti al debole, strumenti al forte, indizii di bene a nessuno; se non per la via de' contrarii.”
“La giustizia è sovente non solo approssimativa, ma persino fuori legge, quantomeno per eccesso di potere, quando è mossa da motivi diversi da quelli istituzionali ai quali dovrebbe sempre ispirarsi.”
“Tutto è giusto, anche l'opposto. Solo che, comunque, non è mai corretto.”
“Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell'oppressore. Se un elefante ha la zampa sulla coda di un topo e voi dite che siete neutrali, il topo non apprezzerà la vostra neutralità.”
“La giurisprudenza è una conoscenza di cose umane, divine, la scienza del giusto e dell'ingiusto.”