Un buon blogger non si prende mai troppo sul serio: sa che mentre scrive sta anche giocando, che racconta sempre una favola anche quando si tratta della storia “più vera” che abbia mai scritto e che prima di scrivere qualsiasi articolo dovrà chiedersi per quale motivo qualcuno dovrebbe leggerlo.
“Lei si scriveva regolarmente. Sì, lei, a sé stessa. Così, nella sua casella, c'era sempre qualche lettera. A darle la sensazione che anche lei occupava un posto in questo mondo.”
“Avevo una vita alle spalle e un’altra davanti, avevo una storia anzi due, che meritavano un romanzo. Anzi doppio. Arriverà il giorno, senz'altro, che lo scriverò, mi dissi. L’ho scritto.”
“Di solito i blogger sono apprendisti-mancati-pretesi letterati che si dannano a cercare stima e fama in Internet. O signore e signorine che approfittano della copertura di un nickname, per sfogare umori e ardori, esibire dolciastre poesie o confidare i propri amori (di regola infelici). ”
“Il pollo con tutte le penne che ha, l'avete mai visto scrivere?”
“Ho scritto il copione di 'Rocky' in tre giorni. Sono scioccato nel sentire di gente che ci mette diciott'anni per scrivere qualcosa. Il tipo che ha scritto 'Madame Bovary' ci ha messo davvero così tanti anni: che sia per questo motivo che è diventato un bestseller?”