“Mi piace la nostra intimità, coccolati mentre i nostri corpi si avvinghiano. Adoro sentire la tua voce…Però, amore,puoi evitare di schiacciarmi le palle col gomito?”
“Le montagne intorno si erano accostate. Il sole radente le perquisiva entrando nelle linee verticali, scendendo alla loro altezza. Veniva voglia di trovarmi lassù dove avveniva lo struscio tra le rocce e la luce. In quell’ora succede un’intimità fisica tra la materia e l’aria. Il sole si spalma a burro, si strofina addosso.”
“Mi stese, poi si tolse i panni lasciandosi una veste bianca, lieve. Entrò nel buio delle coperte e mi coprì tutto il corpo col suo. Stavo sotto di lei a tremare di felicità e di freddo. Le nostre parti combinavano una coincidenza, mano su mano, piede su piede, capelli su capelli, ombelico su ombelico, naso a fianco di naso a respirare solo con quello a bocche unite. Non erano baci, ma combaciamento di due pezzi. Se esiste una tecnica di resurrezione lei la stava applicando. Assorbiva il mio freddo e la mia febbre, materie grezze che impastate nel suo corpo tornavano a me sotto peso di amore. Il suo teneva sotto il mio e il mio reggeva il suo, come fa una terra con la neve. Se esiste un’alleanza tra femmina e maschio, io l’ho provata allora.”
“Ti sento vicino ma a volte non so... mi sembra come se tu respirassi elio e io ossigeno!”
“Una stanza! Che sia vestita a lutto e nella miseria, o di seta trapuntata in oro, non sempre è il santuariosegreto dove si svolge la più intima delle vite?”
“Io preferisco esplorare i momenti più intimi, i più piccoli dettagli cristallizzati su cui incardiniamo le nostre vite.”