“Come una formica solitaria da un formicaio spaccato, dal naufragio dell'Europa, ego scriptor.”
“Guardiamoci senza mai dimenticarci di guardarci dentro gli occhic'è un vento così forteche ci porta via.”
“La durezza di questi tempi non ci deve far perdere la tenerezza dei nostri cuori.”
C’è una prova infallibile per capire al volo se chi parla o scrive ha capito dove ci troviamo. Ed è quando, prima o poi, inesorabilmente, nella soluzione proposta appare la parola “sviluppo”. Ecco: qui cascano tutti gli asini, anche i più intelligenti. Qui cascano quasi tutti gli economisti, che maneggiano la parola “sviluppo” con la stessa insensata sbadataggine con cui un bambino potrebbe toccare una pistola carica.
Perché non siamo in una delle “solite crisi”? Perché non è “soltanto” una crisi economica. Perché non è “soltanto” una crisi energetica. Perché non è “soltanto” una crisi demografica. Perché non è “soltanto” una crisi climatica, ambientale, ecologica. Perché non è “soltanto” una crisi dell’acqua. Perché non è “soltanto” una crisi dei rifiuti. Il perché di fondo risiede nel fatto che tutte queste crisi sono strettamente interconnesse.
“L’Europa è immersa in una crisi senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale. È il più illustre esempio, su scala continentale, di eterogenesi dei fini.”