È stato fatto un serio e coscienzioso tentativo di insegnare a parlare ad un giovane scimpanzé, ma con scarso successo. L’animale venne allevato in casa, in condizioni identiche a quelle di un bambino. Associando le ricompense a base di cibo con i movimenti delle labbra, si tentò ripetutamente di persuaderlo ad articolare qualche parola semplice. A due anni e mezzo, l’animale era in grado di dire "mamma", "papà" e "tazza". Alla fine riusciva a dire queste parole nelle occasioni giuste, ed infatti quando voleva bere sussurrava "tazza". Il difficile compito di insegnargli a parlare venne continuato, ma a sei anni (quando la nostra razza supera le 2000 parole), tutto il suo vocabolario non ne comprendeva più di sette. La ragione di questa differenza sta nel cervello, non nella voce. Lo scimpanzé possiede un apparato vocale che da un punto di vista strutturale è perfettamente in grado di emettere un’ampia gamma di suoni.
“Un uomo non sa come dire addio; una donna non sa mai quando dirlo.”
“L’identità online è raccontare se stessi.”
“La parola detta viene prima, molto prima della parola scritta. Ha un ritmo che si sposa con l'andatura dell'uomo, che è un animale nomade imprigionato dalla modernità.”
“Mentre conosciamo, ci sono conoscenze note. Ci sono cose che sappiamo di conoscere. Sappiamo anche che ci sono conoscenze ignote. Ciò vale a dire che sappiamo esserci alcune cose che non conosciamo. Ma ci sono anche ignote sconoscenze, quelle che non sappiamo di non conoscere.”
“Dimentica il resto, e dillo solo a me, come amico. ”