“Se una cosa non è degna di essere detta, cantala.”
“Io esito a dire queste cose, ma non è a causa del loro soggetto - io non mi preoccupo quanto oscene siano le mie parole - ma perché non posso parlare di loro senza tradire la mia impurità.”
“I silenzi che mettono a disagio... Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate, per sentirci a nostro agio? È solo allora che sai di aver trovato qualcuno di davvero speciale, quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.”
“- Direttrice della casa di riposo: Mi fa piacere che si trovi bene qui da noi, ma le ricordo che per gli ospiti c'è un apposito telefono a gettone nell'atrio.- Mascetti: Sì, ma la sbiriguda della sbrinzellona come fosse antani, come facevo?- Direttrice della casa di riposo: Prego?- Mascetti: Ho provato con la supercazzola con scappellamento paraplegico a sinistra, ma non funzionava! Faceva : tu-du!- Direttrice della casa di riposo: In che senso?- Mascetti: Nel senso anafestico! Eh sì, forse per handicappo d'altitudine, no?- Direttrice della casa di riposo: Ah, vuol dire che il telefono è troppo alto?”
“- Valeria: Guardi, le avevo ritagliato l'articolo sulle antiche leggende del Casentino!- Mascetti: Ah interessante! Ma lei se la blinda la supercazzola prematurata, come se fosse anche un po' di Casentino, che perdura anche come cappotto, vede... M'importa sega!”
“Mi scusi dei tre telefoni qual è come se fosse tarapia tapioco che avverto la supercazzola? Dei tre...! [l'infermiera non capisce] Non m'ha capito bene, volevo dire dei tre telefoni qual è quello col prefisso?”