“E che? Forse non vedrò più altrove il sole e le stelle? Non potrò più cercare sotto ogni cielo la dolce verità se prima non mi renderò infame, anzi miserabile al popolo e alla città di Firenze? E nemmeno il pane mi mancherà.”
“Non c'è dolore più grande della perdita della terra natia.”
“Io avevo scelto il silenzio. Avevo scelto l’esilio. Perché in America, è giunta l’ora di gridarlo chiaro e tondo, io ci sto come un fuoriuscito. Ci vivo nell’auto-esiliopolitico che contemporaneamente a mio padre mi imposi molti anni fa. Ossia quando entrambi ci accorgemmo che vivere gomito a gomito con un’Italia i cui ideali giacevano nella spazzatura era diventato troppo difficile, troppo doloroso, e delusioffesi feriti tagliammo i ponti con la gran maggioranza dei nostri connazionali. Lui, ritirandosi su una remota collina del Chianti dove la politica alla quale aveva dedicato la sua vita di uomo integerrimo non arrivava. Io, vagando per il mondo e poi fermandomi a New York dove tra me e la politica di quei connazionali c’era l’Oceano Atlantico.”
“Nel ritratto di ogni esule non può mancare un ritratto della grande vedova con autografo.”
“Ramingo ed esulesul suol straniero, vivrai, Venezia, nel mio pensiero.”
“È forse di patria l'indomito amor che tanta ti piovemestizia nel cor?”