“In fondo alla cassetta teneva le cianfrusaglie superstiti di un’esistenza più lontana: la foto di nozze dei genitori; le medaglie del padre; la lettera del Re; un orsacchiotto di pezza; un martin pescatore di porcellana che era caro alla madre; la sua spilla di granati; la coppa vinta in una gara di nuoto (nel 1928 gli erano passati gli attacchi d’asma bronchiale); il posacenere d’argento «per i venticinque anni di fedeleservizio» nella ditta. Nella metà superiore della cassetta, separate da un foglio di carta velina, teneva le cose «africane» – oggetti senza valore, ciascuno ricordo di un incontro memorabile: una scultura zulù comprata sui Drakensbergs da un vecchiotriste; un serpente di ferro del Dahomey; una stampa del Cavallo del Profeta o una lettera di un ragazzo del Burundi che lo ringraziava per avergli regalato un pallone. Ogni volta che tornava, portava un oggetto nuovo e ne buttava via uno vecchio che aveva perso significato.”

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Tratto dal Book Le Vie dei Canti

Bruce Chatwin
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Nato 13 maggio 1940
Morto 8 gennaio 1989

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