“Credo che ognuno di noi sia influenzato da tanti artisti che ama e che ha amato, spesso estremamente eterogenei o lontani dal proprio lavoro.”
Ritengo che in Italia vi siano molti registi di talento, anche molto giovani. L’industria dovrebbe aprirsi anche a loro, senza ritenere (implicitamente), che esista un’età prima della quale “fare il regista è impossibile”.
In Italia viviamo, come spesso accade, in un paradosso. Il risultato della mia giovaneetà è stato spesso il dover dimostrare due volte il valore del lavoro: non solo come regista, ma anche come “giovane”.
“Ho iniziato con due amici e una telecamera, per poi arrivare pianopiano a produzioni un po’ più complesse, in 35mm, ma sempre con gruppi di lavoro tenuti insieme dalla voglia di provare.”
“Per me l’esperienza dei cortometraggi è stata fondamentale, un’insostituibile palestra di sperimentazione linguistica che non considero esaurita. ”