In Italia viviamo, come spesso accade, in un paradosso. Il risultato della mia giovaneetà è stato spesso il dover dimostrare due volte il valore del lavoro: non solo come regista, ma anche come “giovane”.
“Mio padre era in perenne ricerca di interpreti giuste per le sue storie: è normale che guardasse altri film, altri autori come Lattuada, come Pietro Germi, anche tanto diversi da lui.”
[Su Romanzo criminale] Il film nasce da un bel libro, Bigazzi è il mio direttore della fotografia, ed è anche un direttore "etico". Bisognava stare attenti a non trasformare i personaggi in eroi. Sullo sfondo c'è lo scempio dell'Italia, Bologna, i cadaveri. Più che un film di criminali, ho cercato di fare un film civile.
“I registi con cui ho lavorato meglio sono stati quelli capaci di cogliere la fluidità del cinema.”
“È facilefare il regista mentre stai recitando: c'è una persona in meno con cui discutere.”
“Nulla mi traumatizza. Se racconti la storia di un uomo che perde la testa, allora devi mostrare quella testa mentre viene tagliata, altrimenti è tutto uno sporcogioco senza battuta finale.”