“Le sale d’attesa erano posti dov’era impossibilepensare.”
“Nel pensare a voce alta c’è sempre una certa arroganza.”
“Se per tanti anni era andato alla ricerca di attenzioni, perfino di novità, e ancora le gradiva, era perché le attenzioni lo mostravano diverso.”
“La questione non era la potenza delle immagini, ma la debolezza del mondo.”
“Il problema è di preservareindividualità e complessità in mezzo al frastuono e alle distrazioni della cultura di massa: la questione di come stare soli.”
“Tutte le città sono soltanto delle idee. Si creano da sole, e il resto del mondo le riconosce o le ignora a suo piacimento.”
“L’essenza della narrativa è il lavorosolitario: il lavoro della scrittura, il lavoro della lettura.”
“Mettete un cowboy solitario davanti a uno sfondo di colline al tramonto, e quell’immagine vi fornirà quasi tutte le associazioni positive che si accompagnano alle sigarette: rude individualismo, sessualitàmaschile, fuga dalla modernità urbana, saporiforti, vita intensa.”
“Non è piú possibile una critica radicale della società.”
“L’amore non è questione di avvicinarsi ma di tenersi a distanza.”
“L’intera vita dell’uomo o della donna comune è sempre piú strutturata in modo da evitare quei conflitti su cui la narrativa, preoccupata delle usanze, ha sempre prosperato.”
“La solitudine ha radici nella diversità.”
“Le sigarette sono una costante delle guerre moderne, le migliori amiche del soldato, e in un’epoca in cui la guerra poteva arrivare fino al mio salotto, il fumo divenne un simbolo della mia impotente partecipazione civile alla Guerra Fredda.”
“Aveva perso le tracce di ciò che voleva, e poiché una persona è ciò che vuole, si poteva dire che avesse perso le tracce di se stesso.”
“Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell’aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l’intera religione settentrionale delle cose era giunta al termine. Neanche un bambino nei giardini. Ombre e luce sulle zoysie ingiallite. Querce rosse e querce di palude e querce bicolori riversavano una pioggia di ghiande sulle case senza ipoteca. Le controfinestre rabbrividivano nelle stanze da letto vuote. E poi il ronzio monotono e singhiozzante di un’asciugabiancheria, la contesa nasale di un soffiatore da giardino, il maturare di mele nostrane in un sacchetto di carta, l’odore della benzina con cui Alfred Lambert aveva ripulito il pennello dopo la verniciatura mattutina del divanetto di vimini.”