“La stabilità aiuta a identificare; ma più importanti sono i contorni, le delimitazioni e – proseguendo su questo piano – le denominazioni. I nostri contorni sono gli altri e le loro diversità interroganti.”
“L’identità è un mito, un grande mito del nostro tempo.”
“La scelta è senza dubbio il fondamento di ciò che intendiamo per identità: si sceglie di essere e di divenire così, e non altrimenti.”
I “noi” come edifici o come organismi sono la solidificazione opacizzata delle «immagini» con cui i “noi” inventano se stessi, per differenziarsi dagli altri e costruendo così, in maniera immaginativa, anche gli “altri”.
“L’identità è la forma estrema di rivendicazione dell’unità da parte dei soggetti – individuali e collettivi – che invece sono contrassegnati al loro interno da un’inesorabilemolteplicità.”
“Se le scelte sono possibili (non necessarie), se sono particolari (non universali), se sono precarie (non inevitabilmente durature o permanenti), ciò significa che sono anche revocabili.”
Che cos’è il cannibalismo, se non il riconoscimento del “valore” dell’altro, a tal punto da doverlo ingoiare?
“L’identità è spesso concepita come qualcosa che ha a che fare con il tempo, ma anche, e soprattutto, come qualcosa che si sottrae al mutamento, che si salva dal tempo.”
“Avere un’identità significa essere un’entità assolutamente individuale e irripetibile oppure appartenere a una classe ben definita di oggetti?”
“Separazione e assimilazione sono due leve che ogni processo di identificazione è costretto a utilizzare.”
“La responsabilità della scelta e delle decisioni ricade interamente su chi è interessato alla ricerca (all’invenzione) dell’identità.”