“Devo lasciare un biglietto a mio nipote: la richiesta di perdono per non avergli lasciato un mondo migliore di quello che è.”
“E così sia: ma iocredo con altrettantaforza in tutto il mio nulla,perciò non ti ho perdutoo, più ti perdo e più ti perdi,più mi sei simile, più m'avvicini.”
“Siamo alla mancanza del limite e alla caduta della logica, sotto il mito del Pil che deve crescere sempre, non si sa perché.”
“Che sarà della neve, del giardino,che sarà del libero arbitrio e del destinoe di chi ha perso nella neve il cammino?”
“Qui non resta che cingersi intorno il paesaggioqui volgere le spalle.”
“Sappiate scrivere, ma non leggere: non importa.”
“Esaminare dunque, e poi avanti;esamino, al futuro, il futuroe rido con Dante nel serenoche non si turba mai.”
“Vorrei renderti visitanei tuoi regni longinquio tu che semprefida ritorni alla mia stanzadai cieli, luna.”
“Non saremo potenti, non lodati,accosteremo i capelli e le frontia viverefoglie, nuvole, nevi.”
“Non uomo, dico, ma bolla fenomenica.”
“Interferenze s'aprono s'appuntanoove decadde l'inarticolatocuore tuo, il tuo ritmoche la tempia fedele – lei sola – auscultava.”
“Leggeri ormai sono i sogni.”
“Non disertai da questoesistere ove la terratocca e beve la mente…”
“Per caritàesci dalla virtualità.”
“In questo progresso scorsoionon so se vengo ingoiatoo se ingoio.”