“Se racconti una storia universale con un buon ritmo non ci sono barriere e non c’è crisi del cinema.”
“Sono un emigrante metà brindisino metà messinese, mi sono formato a Milano e li ho conseguito diversi diplomi nel campo della regia cinematografica, ma penso che l’esperienza fondamentale sia stata la pratica, il fai da te, ho iniziato a fare corti fin da giovanissimo e ora che ho solo 37 anni mi ritrovo alle spalle già 10 lungometraggi e molti corti.”
“Non c'è un segreto per lavorare con i bambini. O ti prendono e riesci a lavorare con loro, oppure no e ti blocchi.”
“Le mie direttive? Guarda a sinistra, guarda a destra e guarda dritto davanti a te.”
“All'inizio è normale avere paura, ma poi ci fai l'abitudine.”
“Diventaremamma mi ha reso una regista migliore.”
“Tengo un diario in cui scrivo le cosestupide e divertenti che si potrebbero fare agli zombi.”
“Ai registi d'oggi devi sempre ricordare che sei in grado di farecosediverse e non solo una.”
“Qualunque regista ti dirà che le scene di dialoghi e di gente seduta a tavola sono quelle più difficili da girare, perché devi mantenere alto il ritmo per tutto il film.”
“Devi ascoltare il film mentre lo stai girando, è importante.”
“Polanski e Kubrick a confronto? Io cerco di non fareparagoni.”
Ritengo che in Italia vi siano molti registi di talento, anche molto giovani. L’industria dovrebbe aprirsi anche a loro, senza ritenere (implicitamente), che esista un’età prima della quale “fare il regista è impossibile”.
In Italia viviamo, come spesso accade, in un paradosso. Il risultato della mia giovaneetà è stato spesso il dover dimostrare due volte il valore del lavoro: non solo come regista, ma anche come “giovane”.
“Ho iniziato con due amici e una telecamera, per poi arrivare pianopiano a produzioni un po’ più complesse, in 35mm, ma sempre con gruppi di lavoro tenuti insieme dalla voglia di provare.”
“Per me l’esperienza dei cortometraggi è stata fondamentale, un’insostituibile palestra di sperimentazione linguistica che non considero esaurita. ”