“Lei si scriveva regolarmente. Sì, lei, a sé stessa. Così, nella sua casella, c'era sempre qualche lettera. A darle la sensazione che anche lei occupava un posto in questo mondo.”
“Se l’icona di una nuova mail o di un nuovo messaggio appare sul tuo pc, qualcuno nel mondo là fuori sta pensando a te.”
“Una lettera minatoria non l'ho mai scritta perché non conosco nessun minatore.”
“- Antonio Caponi: Giovanotto, carta, calamaio e penna, su! Scriviamo!...dunque, hai scritto?- Peppino Caponi: Eh, un momento, no?- Antonio Caponi: E comincia, su!- Peppino Caponi: [Fra sé e se'] Carta, calamari e penna...”
“[rivolto a Peppino]- Antonio Caponi: Non mi far perdere il filo... vi consolate dal dispiacere che avreta, che avreta, che avreta, già è femmina e va al femminile, perché lo dovete lasciare.- Peppino Caponi: Non so... perché che?- Antonio Caponi: Che è non so? 'Perché' è aggettivo qualificativo.”
“[rivolto a Peppino]- Antonio Caponi: Sei pronto? Avanti scrivi, incomincia: 'Signorina...- Peppino Caponi: Dove sta la signorina?- Antonio Caponi: Ma che, è entrata una signorina? Va' avanti, animale, 'signorina' è l'intestazione autonoma della lettera.”
- Mario: Avanti! Caro Savonarola.....- Saverio: Aspetta! Prima la data, no? Frittole....- Mario: Frittole.- Saverio: Quanto sarà?- Mario: Quasi millecinquecento.- Saverio: Frittole quasi millecinquecento'.- Mario: 'O 'ssaje tu quant' n'avimmo?- Saverio: Perché tu scrivi una lettera "Roma, quasi duemila?- Mario: Non lo mettere...estate quasi millecinque, dai! Isso 'o sape.
“- Mario: Scusa il paragone tra il frate e la mosca, non volevamo minimamente offendere. I peccatori di prima.- Saverio: Dobbiamo salutare...- Mario: Con la faccia dove sappiamo...- Saverio: Ormai gli si è detto...- Mario: I due peccatori con la faccia dove sappiamo.- Saverio: Sempre zitti.- Mario: Sempre zitti.- Saverio: Sotto!”
“- Saverio: Prendi un foglio.....Mi dai un foglio della macelleria?- Mario: Ma è bianco, puoi scrivere qua, no?- Saverio: Dietro a un foglio con i conti della macelleria, ma vuoi risparmiare? Dammi una penna. Guarda (si alza e stacca una penna da un'oca appesa al soffitto)..qui c'è la cartoleria a portata di mano....Ecco qua....”
Non apro mai le lettere di mio marito, ma su questa c'era scritto "confidenziale".
“La miglior cosa da fare con una lettera anonima è non rispondere.”
“È semplicemente incredibile. Non spiega niente, ecco. O forse è così: loro non spiegano e noi non siamo tenuti a sapere. Noi abbiamo vecchiracconti tramandati di bocca in bocca; riesumiamo da vecchi bauli e casse e cassetti lettere senza indirizzo o firma, in cui uomini e donne che un giorno vissero e respirarono sono adesso mere iniziali o soprannomi coniati da qualche affetto ora incomprensibile che a noi suonano come sanscrito o Chocktaw; noi vediamo confusamente delle persone, le persone nel cui sangue e seme vivente noi stessi giacevamo in un sonno d’attesa, in quella umbratile attenuazione del tempo, assurte ora a proporzioni eroiche, tornate a compiete i loro atti di semplice passione e semplice violenza, impervie al tempo e inesplicabili. Sì, Judith, Bon, Henry, Sutpen: tutti quanti. Loro ci sono, eppure manca qualcosa; sono come una formula chimica riesumata insieme alle lettere da quel cassone dimenticato, accuratamente, la carte vecchia e sbiadita che va in pezzi, la scrittura sbiadita, quasi indecifrabile, eppure piena di significato, familiare quanto a forma e senso, nome e presenze di forze volatili, ma nulla accade; tu rileggi, pedante e attento, riflettendo bene, accertandoti di non aver dimenticato nulla, di non aver commessoerrori di calcolo; tu le ricomponi ancora e nulla accade: semplicemente le parole, i simboli, le forme in sé stesse, umbratili, imperscrutabili e serene, contro quel turgido sfondo di un orribile e sanguinoso groviglio di affari umani.”
“Conosco una persona che abita così lontano che anche il postino gli spedisce le lettere!”