“L’appetito era l’espressione di un mondo satollo e soddisfatto, pronto alla resa. Un popolo che assapora invece di mangiare, che stuzzica invece di sfamarsi, è già morto e non lo sa.”
“Non è povero chi sa signoreggiare il suo appetito.”
“Il creatore, obbligando l'uomo a mangiare per vivere, lo invita con l'appetito, e lo ricompensa con il piacere.”
“I pinseri sunno i peggiori nimici della panza e, rispetto parlanno, della minchia.”
“La società è composta di due grandi categorie di persone: chi ha più cibo che appetito, chi ha più appetito che cibo.”
“Il ghepardo è un gatto enorme e non credo che un piattino di latte basti a soddisfarne l’appetito.”
“L'appetito formidabile è misura dell'emozione. Se si è eccitati si ha una grande attività molecolare e simile consumo richiede un reintegro. Per questo grandi dolori o gioie sono accompagnati da fame intensa e non da inappetenza come nei romanzi.”
“Chi vincerà il suo appetito sarà un gran capitano.”
“Tu devi gustar bene ogni boccone se vuoi che ti faccia veramente bene.”
“I Galli deridevano i selvaggi pelosi e giganteschi del Nord; i loro modi rustici, la loro gioia sguaiata, il loro vorace appetito e il loro orribileaspetto, altrettanto disgustosi alla vista ed all'odore.”
“Voi, la cui gola profonda e insaziabile, da una parte fruga i mari, dall'altra le terre, in una caccia affannosa agli animali... non lasciate in pace questi animali finché non ne siete sazi, disgraziati! Non capite che la vostra avidità supera la capienza del vostro ventre?”
“Il nostro appetito per i libri è come il nostro appetito per il cibo.”
“La coscienza limpida forma la contentezza e la felicità dell’uomo; ma lo stomaco pieno ci riesce allo stesso modo, con più facilità e a più buon mercato. Uno si sente così disposto al perdono e così generoso dopo un pasto sostanzioso e ben digerito — pieno di tanta nobiltà e di tanto cuore! È stranissimo questo dominio del nostro intelletto da parte degli organi della digestione. Noi non possiamo lavorare, non possiamo pensare, se il nostro stomaco non vuole. È lui che ci detta le passioni e le commozioni. Dopo le uova e il prosciutto, ci dice: — Lavorate! — Dopo la bistecca e la birra, ci dice: — Dormite! — Dopo una tazza di tè (due cucchiaini per ogni tazza, e non lasciarlo stare più di tre minuti), dice al cervello: — Ora lévati e mostra la tua forza. Dopo le ciambelle calde, dice: — Sii ottuso e senza anima, come una bestia dei campi... un animale senza cervello, con gli sguardi intontiti, senza un raggio di fantasia, di speranza, di paura, di amore o di vita. E dopo l’acquavite, tracannata in sufficiente quantità, dice: — Ora su, matto, sogghigna e barcolla, in modo che i tuoi simili possano ridere... Farnetica e barbuglia in suoni insensati, e mostra che miserabileimbecille sia quel poveroessere il cui spirito e la cui volontà sono annegati, come micini l’uno accanto all’altro, in un paio di centimetri d’alcool. — Noi siamo gl’infelici schiavi del nostro stomaco. Lasciate andare la moralità e la giustizia, amici miei: vigilate accuratamente il vostro stomaco, e alimentatelo con giudizio.”
“Ciò che l’occhio non vede, lo stomaco accetta senza rivolta.”
“Se vuoi star sano, non mangiare senza voglia.”