“-Io sono lo spettro di tuo padre...-Babbino! Il mio povero babbo morto di parto...”
“- On. Trombetta: Allora, se mi permettete, io sono l'On. Trombetta.- Antonio Scannagatti: Trombetta?- On. Trombetta: Sì.- Antonio Scannagatti: Trombetta, Trombetta... questo nome non mi è nuovo.- On. Trombetta: Be', l'avrete letto sul giornale.- Antonio Scannagatti: Io ho conosciuto anche suo padre, sa?- On. Trombetta: Sì?- Antonio Scannagatti: Eh!- On. Trombetta: Be', non mi stupisce, mio padre è talmente conosciuto.- Antonio Scannagatti: Eh, chi è che non lo conosce quel Trombone di suo padre! Bravo!”
“Quando ero ragazzino mio padre voleva che io fossi un bravo cattolico e che io mi confessassi tutte le volte che avevo pensieri impuri sulle ragazze. Così ogni sera io diventavo rosso a confessare i miei pensieri. Così successe una sera, e poi un'altra sera, e così via. Dopo una settimana decisi che la religione non era fatta per me.”
“Tutte queste cose complicatissime m'insegnò mio padre, senza dire nemmeno una parola. M'insegnò il mare, m'insegnò i pesci. M'insegnò il sole e le onde. M'insegnò il sale e la pesca. M'insegnò la pazienza. Tutto questo m'insegnò, senza mai aprire bocca. Mi parlò con i suoi gesti. Gesti che raccoglievano, come reti con i pesci, il peso dell'eredità del mondo e, senza nominarlo, me lo consegnavano.”
“Mio padre era convinto che se il mondo avesse scoperto chi ero, mi avrebbe respinto. Per paura... Ho lasciato morire mio padre perché gli ho creduto. Perché lui era convinto che dovevo aspettare... Che il mondo non era pronto.”
“Dopo i padri si hanno a rispettare i padroni come se fossero i genitori medesimi.”