“Il matto era un non-essere di cui si poteva solo calibrare l’intensità. E, privo di queste qualità umane, veniva assimilato alla bestia, la sua violenza era l’espressione del non-capire, dell’incapacità di controllare, attraverso l’intelligenza, gli istinti.”

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Tratto dal Book I miei matti: Ricordi e storie di un medico della mente

Vittorino Andreoli
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Nato 1940 a Verona

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