“Il vero uomo è l’uomo giusto e buono, e non c’è niente di più importante e di più bello dell’essere giusti e buoni, del coltivare dentro di sé una relazione con la realtà all’insegna di un radicale inter-esse, della relazione armoniosa. Credere in Dio significa estendere questa filosofia di vita alla storia e alla natura, significa assegnare a questa prospettiva un respiro storico e cosmico, significa ritenere questo sentimento relazionale di inter-esse con ogni fenomeno vivente la dimensione più bella e definitiva della vita.”
“Il carattere può essere coltivato. Il carattere è morale; perfino una persona che non sia religiosa lo può coltivare. In realtà, le persone irreligiose hanno più carattere dei cosiddetti religiosi, perché la personareligiosa crede fermamente di poter corrompere Dio o, quantomeno, di poter pagare un sacerdote di Dio, e di trovare così il modo per entrare in paradiso. ”
“Il vero uomoreligioso è simile a un giovane albero; in realtà, assomiglia di più all’erba. Il vento soffia e l’erba si piega, ricade fino a terra, non lotta assolutamente con la sua furia; perché dovrebbe? Siamo parte di un’unità organica, il vento non è nostro nemico... l’erba si piega; e quando il vento cala, di nuovo l’erba si rialza e torna a danzare.”
“Il dialogo vedico con il divino non è quello di una creatura completamente nuda e impotente che si inchina davanti a un Creatore onnipotente e distaccato, bensì quello di un compagno che svolge la sua parte nel mistero supremo della realtà.”
Il cattolico è la persona dell'"et-et" e non dell'"aut-aut", anche se tale sintesi, a livello personale, può risultare talvolta difficile, perfino lacerante.
“Dobbiamo essere degli accumulatori dell'Amore di Dio attraverso una vita intensa di unione con lui, attraverso la preghiera, attraverso i sacramenti, attraverso la vita nella Chiesa.”