“Rifarei tutto quello che ho fatto. Ho fatto l’avanspettacolo facendo la fame. Parlo del ’45-’46… c’era la fame in tutta Italia, c’era miseria nera grazie alla guerra appena terminata. Però il fatto di lavorare in teatro, salire su un palcoscenico e dire quattro frescacce per far ridere il pubblico mi faceva star bene, mi tirava su. Poi magari mangiavo pane e mortadella, come tutti i miei colleghi.”