“Ogni malato soffre di una malattia che non ha nome, una malattia che non s’è mai verificata prima e non si verificherà mai poi nello stesso modo e nelle stesse circostanze - scriveva Hahnemann. Da qui nacque la regola fondamentale dell’omeopatia: occuparsi del malato, dei suoi sintomi, della sua percezione della malattia; non della malattia in sé. Tanti possono avere il mal di testa, ma ognuno ha le proprie ragioni per averlo. L’aspirina può togliere quel sintomo a tutti, ma ognuno resterà con la propria ragione del suo mal di testa. E quella ragione, prima o poi, troverà altri modi di esprimersi.”
“I nemici delle vaccinazioni – anche questa è una professione – hanno detto che a Vienna non è scoppiato il vaiolo, ma un'epidemia da vaccino. Ora, anche loro sanno valutare il valore della profilassi, ma la loro prudenza è un po' esagerata: si prendono il vaiolo per proteggersi dal vaccino.”
“Non è segno di salute mentale essere ben adattati ad una società profondamente malata.”
“Donare pazientemente del tempo al malato terminale è forse l’ultimo più grande dono che gli possiamo fare: donargli del tempo per ascoltare le sue insicurezze, le sue ansie, le sue angosce, per dargli un poco di conforto, e anche per dire con lui una preghiera.”
“Una delle esperienze più sublimi che mai possiamo avere è quella di alzarsi sentendosi bene dopo essere stati ammalati.”
“Le malattie sono più intelligenti di noi: trovano la risposta ai nostri problemi molto prima della ragione.”