“Passiamo metà della vita a deridere ciò in cui altri credono, e l’altra metà a credere in ciò che altri deridono.”
“Il miracolo è la realtàumanavissuta quotidianamente, senza enfasi eccezionali, senza necessità di eccezioni, senza fortune particolari, è la realtà del mangiare, del bere, del vegliare e del dormire investita dalla coscienza di una Presenza che ha i suoi terminali in mani che si toccano, in facce che si vedono, in un perdono da dare, in soldi da distribuire, in una fatica da compiere, in un lavoro da accettare.”
“La forma quotidiana della decisione per l’esistenza è il ricordo del destino che ogni cosa ha, che è uno solo, il mistero di Dio, è il ricordo che questo mistero è diventato un uomo. Perciò, la forma quotidiana della decisione per l’esistenza è vivere la memoria di Cristo.”
“La normalità della loro vita ha avuto, ha acquisito, istante per istante, la dignità della grandezza della verità, perché ha realizzato il rapporto con l’infinito, ha realizzato in modo cosciente (cosciente più o meno, cosciente in modo clamoroso in certi momenti, cosciente come habitus, come abitudine nel sensonobile del termine, come abitudine acquisita, in certi altri momenti) il senso della presenza di Cristo.”
“La presenza di Cristo, nella normalità del vivere, implica sempre di più il battito del cuore: la commozione della Sua presenza diventa commozione nella vita quotidiana e illumina, intenerisce, abbellisce, rende dolce il tenore della vita quotidiana, sempre di più.”
“La vita dell’uomo si svolge laggiù tra le case, nei campi. Davanti al fuoco e in un letto. E ogni giorno che spunta ti mette davanti la stessa fatica e le stesse mancanze. È un fastidio alla fine [...]. C’è una burrasca che rinnova le campagne − né la morte né i grossi dolori scoraggiano. Ma la faticainterminabile, lo sforzo per star vivi d’ora in ora, la notizia del male degli altri, del male meschino, fastidioso come mosche d’estate − quest’è il vivere che taglia le gambe.”